giovedì 5 marzo 2009
Il relatore Calabrò accorpa tre articoli in uno e introduce novità sulla dichiarazione anticipata di trattamento. E l'opposizione presenta 332 sub-emendamenti.
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Sul fine vita lo sforzo per arriva­re ad un testo condiviso, non sembra riscuotere successo vi­ste le polemiche della giornata di ie­ri tra Pd e Pdl. Il relatore del disegno di legge, Raffaele Calabrò, ha pre­sentato in commissione Sanità del Senato due emendamenti al testo, e si è dichiarato disposto ad accoglier­ne alcuni dell’opposizione. Ma sono ben 332 i sub-emendamenti che l’op­posizione ha depositato ieri sera alle 20. Secondo la radicale del Pd Dona­tella Poretti, 255 sono presentati dai Democratici e Idv, mentre altri 77 portano solo la sua firma. «Mi è sembrato che la volontà co­struttiva abbia fatto un bel passo a­vanti e questo lascia pensare che an­che sugli emendamenti ci sia un di­battito importante ma senza ostru­zionismo », aveva osservato invece il presidente della commissione, An­tonio Tomassini, al termine della se­duta della mattinata. Bossi: «Bisogna trovare un accordo». Stamane a intervenire sulla discussione in corso è stato anche il ministro delle Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi: - "Bisogna assolutamente trovare un accordo sul testamento biologico", ha detto conversando con i giornalisti in Senato. Ma come, visto che maggioranza e opposizione sono al muro contro muro? "Ragionando", ha risposto Bossi. Le modifiche al ddl Calabrò. Il primo emen­damento di Calabrò riformula in un solo articolo i primi tre, il secondo e­limina l’obbligo di sottoscrivere le di­chiarazioni anticipate di trattamen- to (Dat) davanti al notaio (si può far­lo davanti al medico di medicina ge­nerale). «Una formulazione – ha spie­gato Calabrò – più chiara e senza om­bra di equivoci, che accoglie in qual­che modo anche i suggerimenti del parere della commissione Affari co­stituzionali ». Il relatore, secondo un primo com­mento di Dorina Bianchi, capogrup­po Pd in commissione Sanità, «ha da­to un’apertura con la presentazione dei suoi emendamenti. Bisogna ve­dere se si tratta di un’apertura solo formale o sostanziale». Ma poi ha indurito i toni, parlando di un ddl che «resta assolutamente inaccetta­bile ». Roccella: «No ostruzionismi». Al termine della seduta della mattinata in commissione, il sotto­segretario al Welfare, Eugenia Roc­cella, ha osservato che «ci sono stati punti di convergenza ma su altri pas­saggi alcune mediazioni sono im­possibili ». Assicurando, comunque, che la maggioranza sta facendo «u­no sforzo di larga condivisione e sin­tesi di diversi progetti e il testo Cala­brò parte dall’impostazione del Co­mitato nazionale di bioetica, com­posto da laici e cattolici». Ed ha spie­gato che «il primo momento di con­vergenza è stato quello di fare la leg­ge. Ora spero si rispettino gli accordi e non si faccia ostruzionismo». Il ri­ferimento, ha aggiunto la Roccella, resta comunque la linea contenuta nelle mozioni di indirizzo votate a febbraio in Senato: «Quella del Pd de­finiva l’idratazione un sostegno vita­le e non un accanimento terapeuti­co e su questo punto siamo d’accor­do». Il  monito di Quagliariello. Comunque il vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, ha lanciato un monito all’opposizione: «Quel che è importante per ora è che il provvedimento vada avanti nei tempi stabiliti, che non ci sia cioè un gioco delle tre carte per il quale da u­na parte ci si inventa divisioni della maggioranza che non ci sono, e si di­ce che la maggioranza sfugge ai suoi impegni e dall’altra si fa un ostruzio­nismo strisciante». Ed ha ribadito: «Abbiamo sempre detto che entro certi paletti questo provvedimento è aperto al contributo di chi lo vuole migliorare e teniamo fede a questo nostro proposito. Abbiamo sempre detto che ci sono cose sulle quali non si può trattare perché sono principi che non possono essere messi in di­scussione e terremo fede anche a questi altri propositi». Finocchiaro: «Ddl resta inaccettabile». «Penso che il testo emendato da Ca­labrò, nonostante alcune modifiche, rimanga pessimo e l’apertura di cui parla Quagliariello non esiste», ha re­plicato duramente il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, annunciando la raffica dei sub-emendamenti del suo partito. «Continua la polifonia nel Pd», ha controbattuto Quaglia­riello, evocando il primo commento della Bianchi. Più tardi la Finocchia­ro ha parlato ancora di «finte aper­ture». Meno drastico il commento del suo vice Luigi Zanda: «Fino all’ulti­mo lavoreremo perché si possa arri­vare a un testo buono e condiviso, ma si tratta di un lavoro difficile an­che perché la materia è difficile». An­che se, a suo dire, con la nuova ver­sione del ddl si sarebbe «ancora su posizioni distanti». Di Pietro: «Unica soluzione i referendum». Infine Idv, ha ri­badito Antonio Di Pietro, «non vede altra strada che il referendum abro­gativo, appena la legge sarà emana­ta ». Parole «da sconfitto» ha com­mentato il capogruppo del Pdl Mau­rizio Gasparri. Questa mattina la commissione co­mincerà a votare gli emendamenti, poi l’ufficio di presidenza stilerà il nuovo calendario dei lavori, con pre­visione anche di sedute notturne per arrivare in aula il 18 con un testo ap­provato dalla commissione ed un mandato al relatore.
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